Esiliata a Sassuolo: fase finale
Sono a casa, seduta alla scrivania e Gallinella, finalmente tornata nel suo habitat "naturale", sembra godersela come non mai: sbeccuccia soddisfatta, tutta gonfia e gongolante, sulla mia spalla.
Siamo rientrati ieri nel primo pomeriggio, dopo aver detto addio alla nostra bella casa in collina, ai castelli, alle sagre e alla Ferrari. Strano a dirsi, ma ci è dispiaciuto andar via. Gli ultimi quattro giorni di trasferta sono stati suggestivi e un po' struggenti; il meteo era "pasticciato", una variabilità di quelle che dipingono il cielo come un quadro, quei bellissimi affreschi rinascimentali con nuvole grigie, cupe e pesanti, così vivide su sfondi di radiosi azzurri e rosa sfumati, al di sopra di tramonti di fuoco o in lotta con candide nuvolette, paffute e sinuose, invitanti come la panna sul gelato. Ecco, questo era il colore dei nostri cieli durante le ultime passeggiate serali tra le colline. A volte a piedi, più spesso in auto, siamo andati a caccia di castelli e panorami, di calanchi, di vigne, di pioggia leggera, estiva, dolce presagio d'autunno. Ci siamo anche concessi passeggiate notturne, tutte le sere dopo cena, per non perdere neppure un sorso della bellezza e delle delizie che stavamo per salutare, forse, per sempre: il gelato in centro a Sassuolo (caffè e caramel, sempre sempre, senza eccezioni), due passi per rendere omaggio al Palazzo Ducale e un giretto per la piazza; oppure un paio di curve in discesa, a piedi, per un decaffeinato e una Zuppa Inglese al bar ristorante sotto casa, quello dove qualche giorno prima avevamo cenato assieme a Nilo; o, ancora, due chilometri due, fino a Castellarano centro, per gustare lo "Stracchino della Duchessa", un semifreddo delizioso e leggero come una nuvola, al cospetto della Rocchetta illuminata di rosso. Venerdì, ultima sera nel modenese, ci siamo regalati una cena tipica in un'osteria di Spilamberto: Borlenghi tradizionali, croccantissimi e sottili, sia dolci che salati, e tanta pasta fresca (tagliatelle ai funghi, al ragù e ravioloni modenesi con aceto balsamico); il locale è particolare e accogliente, originalissimo; soprattutto la toilette tappezzata di cartelli degli inizi del novecento recanti tariffe e indicazioni rivolte alla clientela della "Rinomata casa delle sorelle Fraschini" che poteva vantare "signorine italiane e dall'Etiopia".
Ieri mattina, improvvisamente, è tornata l'estate; solo una parentesi breve e radiosa che ha accompagnato gli ultimi preparativi per la partenza, sempre un po' affannati, malinconici, un mix di corse su e giù per le scale e lunghe, lente occhiate alle stanze troppo in ordine, troppo silenziose e anonime, ora che i nostri bagagli, che fino a poche ore prima abitavano con noi in collina, sono stati nuovamente traslocati nel baule della macchina onde essere ricondotti al loro consueto domicilio. Sempre baciati dal sole, abbiamo catturato e liberato sulla facciata gialla un piccolo amico che si era intrufolato in casa per trascorrere con noi l'ultima notte a Tressano: il "nostro" mini geco, un cucciolo piccolo piccolo che spesso aspettava sotto la lampada esterna il nostro rientro dalle passeggiate serali. Ormai erano quasi le dieci quando abbiamo percorso le due curve sinuose, in discesa, quelle che scendono serpeggiando dalla collina: ciao ciao Castellarano, chi sa se ci rivedremo ancora! Una sosta veloce dal panettiere alle porte di Sassuolo per procacciarci la colazione e far scorta del pane buonissimo che avevamo assaggiato alla festa di Madonna di Sotto; poi un goccino di gasolio e...via verso nord-ovest, verso il lago, verso i monti, verso la nostra vita di sempre!
Non sembra vero che sia tutto finito.
E' stata un'esperienza interessante, insolita e a volte sorprendente. Per due settimane, che sono volate via di corsa come se temessero di perdere il treno, abbiamo fatto parte di un mondo nuovo; non è come quando sei in vacanza, ospite di una terra, un angolo del mondo che vivi da turista, con tutti i limiti e i benefici che la tua condizione di vacanziero impone e concede alla tua giornata. La nostra era una quotidianità "normale" condita da un po' di voglia di sperimentare luoghi inediti per noi, un territorio con le sue tradizioni, le sue consuetudini sociali, le sue bellezze aliene da esplorare e accettare e vivere; le sue profondità in cui immergersi; giù, giù verso il fondo...col rispetto, la curiosità e lo stupore per tutto ciò che il "diverso" sa regalare.
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