Il mio sogno più bello



"Ogni bambino che nasce è come un grosso gomitolo di lana che aspetta di essere srotolato, fino al giorno in cui sarà in grado di farlo da sé e tessere autonomamente la trama della sua esistenza. Se cerco di immaginarmi gomitolo, vedo una vaporosa matassa di pelo morbido a vivaci sfumature, gonfia di sogni e speranze nascoste tra i riflessi perlacei di un regno incantato. Dovevo essere così quando il mondo non lo conoscevo ancora, quando sapevo di una sapienza infusa nell'essere, quella sapienza che solo i bambini piccoli possiedono e solo fino a quando non diventano consapevoli di sé stessi e del mondo attorno a loro. Ecco, allora già sapevo di te, già ti conoscevo; perchè quando ti incontrai ti ho riconosciuto."
Uno spicchio di cielo.
Qualche tegola annerita dal tempo che si intravede oltre il vetro della finestra.
E' quasi sera e una nebbiolina sottile sembra calare il sipario sulla città tremante, giunta alla fine di un'altra gelida giornata invernale.
Nel piccolo camino arde un bel fuoco, mentre due figure siedono nella penombra.
Se potessimo entrare nella stanza, vedremmo che sono due innamorati: si sorridono e si tengono per mano. Lei porta un vestito di lana beige a piccoli fiori azzurri, ha i capelli raccolti in una treccia corta, legata dietro alla nuca da un nastrino blu. Ha gli occhi verdi un po' velati, ma pieni di gioia, allegria e amore: sta sorridendo a colui che le siede accanto. 
Ma silenzio ora! 
Ecco che riprende a raccontare.
"Faceva freddo, ti ricordi? Eravamo più o meno in questo periodo dell'anno: il 27 gennaio, credo."
"Era il 26 non il 27!"
E' lui che ha parlato, interrompendo il flusso dei pensieri di lei.
Si è fatto serio serio e la guarda da dietro le lenti degli occhiali, come un professore scontento dell'allieva smemorata. 
Ma subito i baffi cominciano a tremare mentre cerca di trattenere una risata.
"Che sciocco che sei! Smettila di prendermi in giro!"
"Non ti arrabbiare se per una volta ti ho corretta io! E' quasi sempre il contrario!"
Lei gli fa una linguaccia e subito dopo una carezza.
Poi ricomincia.
"Era buio, riuscivo a malapena ad intravedere la tua sagoma nera nel nero della notte, eppure...appena mi hai teso la mano e ti sei presentato ho avuto la certezza che eri proprio tu.''
Guarda le fiamme che danzano, persa nel passato.
''Quante cose si pensano, si sognano durante l'infanzia! Quante porte ancora da aprire, scrigni da scoperchiare e sogni spiegati in volo, liberi da quei cassetti che prima o poi li imprigioneranno!"
Si alza dal divano e si avvicina al camino.
Ha afferrato un cuscino e lo appoggia sul tappeto soffice, proprio davanti al fuoco. Poi ci si sistema in ginocchio.
"Vieni qui con me, voglio tenerti un po' in braccio"
Lui si sdraia sul tappeto e le adagia il capo in grembo.
"Mi piace tanto stare così..."
"Lo so, per questo a me piace tenerti così!"
Si sofferma un istante a guardarlo.
"Come sono belli i tuoi capelli alla luce del fuoco! Sembrano fatti di fili d'argento! E pensare che una volta erano tanto scuri... e spesso anche così lunghi! C'è stato un tempo in cui erano più lunghi dei miei!"
Ridono entrambi.
Poi lui si passa una mano tra i riccioli grigi, assorto nel ricordo.
Il cielo si è fatto scuro e la luce dei lampioni rende la nebbia lattiginosa, quasi densa.
"Quanti anni sono passati?" le chiede pensoso.
"Troppi! Ti prenderebbero per matto se ora te li facessi crescere così tanto!"
Si sorridono e lei si china per baciarlo sulla fronte.
"Ti amo, forse anche più di quanto ti amassi tanti anni fa. Sono sempre stata una sognatrice, una testarda sognatrice. Da bambina vivevo in un mondo solo mio, un regno fatato, sconosciuto, inaccessibile. Era la mia casa, il mio rifugio, il solo posto in cui mi sentissi veramente al sicuro; in fondo credo di non averlo mai abbandonato del tutto, non mi sono mai spinta troppo lontano dai suoi confini. Sono sempre stata diversa dalle mie coetanee e probabilmente lo sarò per sempre! Sai, a volte mi prendevano in giro per la pretesa che avevo di veder realizzati nella realtà i miei ideali fantastici; è uno strano modo di vedere le cose, il mio; può sembrare un po' stupido... Ma si sbagliavano tutti. Molti anni fa ricevetti una lettera, me la scrisse una ex compagna di classe del liceo. Tu ed io eravamo insieme da poco, forse un anno appena, o giù di lì. L'ho conservata, è nel cassetto della scrivania. Aspetta, ora la prendo."
Sparisce oltre la soglia del salotto solo per un minuto; poi torna, si risistema comodamente accanto al fuoco e apre una busta: dentro c'è una pagina di rivista. Vi è stampata l'immagine di due giovani, di spalle, che camminano abbracciati verso un piccolo parco cittadino. Sullo sfondo chiaro spiccano alcune parole scritte in una bella grafia tondeggiante: "Guardando questa foto mi sei venuta in mente tu. Prepotentemente. ... Mi viene in mente il tuo idillio, la tua bellissima storia...sono tanto contenta per te, per quella ragazza sognatrice e testarda, innamorata dell'amore, che a dispetto di tutti, persistendo anche nel suo anacronismo, ha ottenuto quello che voleva, ha trovato quello che cercava...".
Si sofferma a guardare la pagina un po' segnata dagli anni, un po' ingiallita e spiegazzata, con qualche piccola grinza, proprio come lei. 
I suoi capelli una volta erano castano chiaro, ma ora sembrano riflettere la luce pallida della luna e brillano lievemente al chiarore della fiamma. 
Ripone la lettera nella busta e la appoggia sul divano, con una carezza affettuosa. 
Sospira, pensa al tempo lontano nel quale erano giovani e belli, resi splendidi da quell'amore appena nato.
Lui la guarda: "Sei così bella..."
Lei scuote la testa e sorride: "No! Forse lo ero, tanto tempo fa. Ora non lo sono più! Ma se tu mi vedi ancora così, io lo sarò, almeno per te, fino a quando lo vorrai."
Lo guarda negli occhi e gli scosta una ciocca dalla fronte.
"Perchè proprio a me sia capitata una simile fortuna, non sono mai riuscita a capirlo! Perchè sei stato destinato a me? Sei tu il mio sogno più bello! Ti ho cercato, ti ho aspettato. Una parte di me sapeva che eri reale, che saresti arrivato. Ed ora...eccoti qui! Mi hai trovata! Ed io ti ritrovo ogni giorno, ogni mattina. Abbiamo condiviso un' intera vita di gioia, di dolore, di sacrifici, di litigi, di sogni..."
Per un attimo regna il silenzio; poi lui le prende la mano e la bacia.
"...d'amore" soggiunge e sussurra "e non è che l'inizio!"
Alla flebile luce del fuoco ormai morente, il tempo sembra impazzire: scompare il camino, scompare il divano col tappeto e il cuscino, scompare la nebbia ed il vetro dietro al quale l'inverno fa capolino. 
Al loro posto ci sembra di scorgere un cielo punteggiato di milioni di stelle e una terrazza in riva al mare.
Nell'aria salmastra e tiepida si diffonde il fruscio pacato delle onde.
Due ragazzi, l'uno col capo appoggiato in grembo all'altra, si guardano...
si sorridono...
le mani si intrecciano...
e la luna, le stelle e il mare sono gli unici testimoni della promessa di un eterno amore.

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