Una strana estate
Questa è una strana estate.
Il magico momento dell'anno nel quale la notte è così breve da creare l'illusione di una giornata che perdura quasi ininterrotta a cavallo del solstizio, si è già concluso e abbiamo perso il turno! Il maltempo forte, fortissimo, disastroso che ha imperversato per settimane portando pioggia, neve, freddo e devastazione, ci ha privato, tra le altre cose, anche dell'incantevole principio dell'estate, con le sue timide notti schiacciate tra le pieghe luminose della gonna diurna che svolazza, deborda, ruba la scena al buio per accaparrarsi tutti gli applausi.
L'estate è quasi finita senza essere mai veramente cominciata.
L'acqua del lago, per esempio.
E' alta e fredda.
Noi abbiamo fatto il primo bagno solo una settimana fa! La nostra bella spiaggia è piccola e poco affollata, le correnti sono gelide, corroboranti, è vero, ma si affrontano a cuor leggero solo nelle sere veramente calde, quando il sole è riuscito a intiepidire almeno mezzo metro di profondità; più sotto è neve disciolta, quella tardiva caduta sui picchi e portata a valle dai fiumi in piena.
Le mattine e le serate sono fresche come di solito lo sono alla fine di agosto. Qualche giorno fa eccezione e forse lungo questa settimana avremo temperature alte e torride, ma quanto durerà? E' un caldo umido e appiccicoso di pioggia, di temporali furibondi spinti da venti freddi; un singhiozzare di maltempo, una montagna russa di temperature.
Nei giorni buoni io e il marito aneliamo al momento del bagno serale, ma in un modo diverso dal solito: non è l'esigenza di sfuggire al caldo tuffandosi nella frescura delle acque, ma piuttosto il desiderio di non perdere l'occasione, la possibilità di nuotare, rilassarsi e godersi un tramonto coi piedi a mollo e una cena improvvisata tra le mani, prima che madama pioggia faccia sloggiare tutti per avere il lago tutto per sé.
Questa è un'estate strana per noi, anche senza contare il maltempo.
Niente ferie.
Fino a metà settembre, almeno.
Poco male! Abbiamo il lago e i monti, abbiamo i fine settimana e la possibilità di lavorare direttamente sulla riva, tra gli schizzi dei bambini e i discorsi in lingua straniera dei turisti.
E poi abbiamo il ballo!
Questa estate me la ricorderò per sempre...
I tramonti in autostrada, bellissimi e struggenti. Cieli dorati e sole morente tra l'asfalto, al di sopra delle corsie percorse controcorrente, verso la città. Alberi e palazzi, prati e fabbriche coi loro contorni scuri, già in ombra, nel rosso fuoco screziato di un paciugo di nuvole a volte grigie e pesanti di pioggia, oppure lievi, eteree scie sottili di rosa e azzurro, sfumate e impalpabili come quei cieli colorati con la "polverina", la punta dei pastelli sbriciolata con accurata perizia nei temperini delle nostre scuole elementari, un segreto condiviso e sussurrato dalla maestra: "Il cielo viene meglio se lo dipingi con la "polverina magica", guarda, ti insegno come si fa...".
E poi le canzoni del cuore, quelle che si attendono per tutta la sera, quelle che amiamo ballare, quelle che sappiamo ballare, quelle che andiamo a domandare a mezza voce sperando che ci vengano concesse, come delegati di un regno lontano in cerca di alleanze e favori: "Ora vado a chiedere se ce la mette...".
Le risate, i passi sbagliati, quelli imparati da autodidatti o sbirciati sulle piste, quelli insegnati e condivisi tra noi, con gli amici, i compagni d'avventura di tante serate danzanti.
Questa estate mi rimarrà nel cuore per sempre.
I capelli inzuppati di sudore, il navigatore sempre acceso a indicarci il locale prima, il cibo dopo; un cibo "buchino" quello poco sano che si mangia al volo, per fame, alle due e mezza di notte e...per fortuna che i drive sono sempre aperti!
E la musica...
In casa, in auto, sempre! Le coreografie che ti saltano in mente non richieste, le figure che ti danzano davanti agli occhi anche se stai facendo altro, se guidi, se stiri...e su tutto la sensazione meravigliosa di un tempo speciale, fuggevole come la sabbia di una clessidra, sospeso nello scorrere dei giorni come una parentesi d'eternità: le note nell'aria, io, lui e la musica.
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