Hakuna matata, Seneca e lo stress



Di tutte le correnti filosofiche, quella che forse sento più vicina è lo stoicismo. 
Al di là di quanto questa scuola di pensiero proponga ai suoi adepti, nel mio personalissimo immaginario, Seneca e la sua banda si posizionano a metà del segmento che unisce Pumbaa e Timon col collasso nervoso. Tra l'assenza di preoccupazioni, l'hakuna matata, e l'insonnia. Tra l'eccesso di menefreghismo e l'ansia cronica.
L'essere stoico significa accettare con forza d'animo i casi della vita senza farsi condizionare dagli eventi positivi o negativi, dai giudizi della gente, dalle mode del momento.
La mia essenza, però, è estremamente combattiva... così, nella mia personale declinazione dello stoicismo, è l'accettazione dell'esito della guerra ad essere l'obbiettivo finale. Combatto per raggiungere i traguardi che reputo desiderabili, necessari, sensati, ma nel momento stesso in cui la prima delle mie battaglie prende vita, mi preparo alla sconfitta, così che l'esito negativo delle azioni belliche non mi colga impreparata nell'eventualità che dovessi risultare vinta. 
Ritengo che ci sia un che di estremamente pacificante nell'accettazione di tutte le possibili sfaccettature degli eventi, di tutte le molteplici varianti dei casi della vita. "Non metterti in una situazione che non puoi sostenere", questo è il mio motto, la mia frase-guida. Se non sono in grado di sopportare tutti gli esiti possibili di una battaglia, allora non intraprendo l'azione bellica, che altrimenti risulterebbe una scommessa rischiosa che potrebbe mettermi nella posizione scomoda e disagevole di una condizione insostenibile che, tra l'altro, mi sarei procurata con le mie stesse mani. 
Certo, non è sempre così facile valutare quanto sia o meno in nostro potere di sopportare, ma sondando con sincerità la propria natura e analizzando onestamente i dati che se ne ricavano, è possibile riuscire a conoscere sé stessi; poco per volta, attraverso le esperienze e l'esperienza, si impara a riconoscere il pericolo e con l'esercizio si accettano sempre meglio i risvolti negativi di ciascun evento, il rovescio della medaglia, in virtù del fatto che non sono inaspettati, ma riconosciuti già in partenza come sviluppi possibili. E' necessario fare analisi oltre che autoanalisi, è indispensabile valutare il più oggettivamente possibile, tenendosi alla larga da emozioni e opinioni che possano condizionare un giudizio onesto su noi stessi e sull'impresa nella quale ci vogliamo spendere. Sicuramente questo tipo di approccio non è né facile né gratuito! Costa impegno, fatica e un'oggettività non sempre così semplice da raggiungere, ma garantisce una serenità a mio avviso irraggiungibile con l'espediente fin troppo a buon mercato del "non ci pensare". Scandagliare tutte le molteplici pieghe che il futuro potrebbe riservarci e fare amicizia con gli scenari, anche i più indesiderabili, che il domani potrebbe imporci, aiuta a non arrivare impreparati, a non sentirsi vittime degli eventi o ignari malcapitati. 
Se pensi che tutto questo sia eccessivamente difficile e lontano dalle tue possibilità, ricordati che è un OBBIETTIVO: non è possibile centrare in pieno e a 360 gradi questo ideale, è qualche cosa a cui tendere sapendo che non potremo realizzarlo completamente, come quelle funzioni matematiche che TENDONO a infinito, ma senza raggiungere mai quel traguardo impossibile; anche in questo la consapevolezza dona serenità! Tra l'altro il lamentarsi di quanto la vita ci abbia maltrattati, comporta un notevole dispendio di energie fisiche ed emotive che si potrebbero impiegare con maggior guadagno nell'analisi e nel dominio di sé; dovendo spendere, tanto vale spendere per un bene durevole e proficuo, no?
In definitiva, a mio avviso, il gioco vale la candela. 
A fronte di un impegno senza dubbio non esiguo, si ottengono consapevolezza, serenità, e leggerezza, e non solo a nostro vantaggio, ma anche a quello di chi ci vive accanto che ne verrà inevitabilmente influenzato in senso positivo. Meno lamentele, meno energie sprecate a piangersi addosso, meno paura del futuro e del mondo attorno a noi. Una vita fatta di coraggio, consapevolezza ed accettazione; un futuro che non fa più paura perchè lo conosciamo già, lo abbiamo accettato a priori; abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere per renderlo il migliore dei futuri possibili ed ora che è arrivato non abbiamo rimpianti o rimorsi, possiamo goderci tutto il bene che ha portato con sé senza essere eccessivamente toccati del male inevitabile.
Non abbiamo potere sul mondo che ci circonda, sugli altri, sugli eventi; ma su noi stessi sì! E' quindi l'esercizio del dominio di sé l'unica carta vincente che possiamo giocare per non soccombere allo stress.

Commenti

  1. Ciao a tutti! 😊
    Forse vi sarete accorti che "manca" la pubblicazione di sabato scorso 📅. Ebbene, dal momento che "L'ultima estate" è ormai giunto al termine, ho deciso di creare un solo contenuto alla settimana, in modo da poter dedicate tutto il tempo necessario alla revisione del romanzo 📖.
    Spero di ritrovarvi numerosi al nostro appuntamento del martedì e di leggere i vostri sempre apprezzatissimi commenti 🥰.
    Un grosso bacio da Lince 🐾

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