Tanti auguri a noi!
Whisky ed io, infatti, stiamo insieme dal 27 aprile del '91, tra l'altro senza che ci sia mai stata una vera e propria dichiarazione d'intenti in proposito.
Adesso ti spiego.
Ci eravamo conosciuti qualche mese prima, il 26 gennaio.
Eravamo entrambi all'ultimo anno delle scuole superiori e, a causa di un amico comune, ci siamo trovati a partecipare alla stessa festa a tema anni '50 (pensa te!) a casa di una compagna di classe di mio fratello.
Quello che poi sarebbe diventato il MIO Whisky, era stato invitato a cotanta baldoria da un suo amicone che, dopo essere stato mio compagno di scuola alle medie e di classe al liceo, in terza aveva avuto la brillante idea di farsi bocciare, finendo nella classe di mio fratello, minore di un anno.
Ma ritorniamo per un attimo a quella sera: è andata così.
Il nostro nutrito gruppetto é a cavallo dei diciotto; dobbiamo organizzare le macchine per andare alla festa, quindi ci diamo appuntamento in un paese lungo il tragitto, davanti alla palazzina dove abita la morosa di quello segato, che si è preso la libertà di invitare un amico: il mio futuro marito, appunto.
La via in questione è buia e io (ormai lo sai) sono una talpa.
Fatto sta che al momento delle presentazioni, del giovanotto che mi sta davanti colgo a malapena la sagoma: una sagoma nera nel nero di quella sera d'inverno.
Però un attimo dopo mi stringe la mano dicendo: "Ciao! Io sono..." e il tempo si ferma.
Mi distraggo e non capisco il suo nome, perché una voce nella mia testa ha gridato forte: "E' LUI!".
Ecco!
Mi sono innamorata senza neppure averlo visto.
Il giorno dopo, a scuola, vado a cercare il solito amico comune e gli confido che mi sono presa una bella cotta per quel ragazzo, col quale alla festa ho scambiato solo poche parole.
Lui mi fa: "Non dirgli niente e non fare niente! Ci penso io!" (e ci ha pensato eccome, visto che esattamente tre mesi dopo stavamo insieme!).
La prende larga però: comincia a organizzare qualche uscita di gruppo...poi qualche uscita a quattro...
Al mio compleanno (il 18 aprile) Whisky si presenta a casa mia a sorpresa per farmi gli auguri e per poco non mi spacco l'osso del collo scivolando sul pavimento della cucina nel tentativo di teletrasportarmi ad aprire la porta.
CHE MALE!!!
Poi il 21 partiamo per una gita a Gardaland: uscita a quattro, pazzesca!
Sulla via del ritorno siamo seduti fianco a fianco sul sedile posteriore: io fingo di dormire per un'oretta buona, così da poter appoggiare la testa sulla sua spalla e spiare i loro discorsi, bisbigliati, al fine di non disturbare la "bella addormentata" che, in realtà, è sveglia come un grillo e cerca di capire se nell'aria ci sia qualche cosa in più di una semplice amicizia.
C'E'!!!
Il piano diabolico del mio confidente segreto sta dando i suoi frutti!
Per sabato 27, visto che Cupido ha casa libera, organizziamo una cena.
Cuciniamo tutti e quattro insieme, mangiamo e guardiamo un film d'avventura (il mio genere preferito!). Poi, arrivata l'ora dei saluti, ci diamo appuntamento per il giorno successivo e saltiamo in macchina diretti a casa mia, prima tappa del tour: la seconda fermata sarà per Whisky ed infine il nostro amico riaccompagnerà la sua morosa in quella strada buia dove, tre mesi prima, tutto è cominciato.
Quando siamo a destinazione, ringrazio e faccio per scendere dalla macchina; ma siccome ho un po' la testa tra le nuvole, prendo una crapata bestiale contro la portiera.
Così Whisky, premuroso, si offre di accompagnarmi fino alla porta onde evitare ulteriori incidenti, dal momento che anch'io abito in una via tutt'altro che illuminata.
"Ma non è necessario!" protesto un po' offesa.
"A me sembra di sì!" si spazientisce il nostro amico, che aveva intravisto la possibilità di portare a termine la sua missione.
Io non l'avevo mica capito che era per quello!
E insisto: "Ma no! Ho preso solo una cornata! Sono due passi, cosa vuoi che succeda?"
Lui non demorde: "Vai, vai che è meglio!" suggerisce con fermezza a Whisky.
"Va be'..." faccio io e lascio che percorra con me quei cinque metri d'asfalto.
Poi entriamo in giardino e siamo davanti alla porta.
Mi giro per dire "Grazie e buona notte!" e lui mi bacia.
Così.
A bruciapelo.
Ma dai!
Non me lo aspettavo...sarò un po' tonta...ma mi coglie impreparata.
Non rispondo con troppo entusiasmo.
Lui, poverino, non capisce e mi abbraccia forte bisbigliandomi: "Ci vediamo domani...da soli?"
"Sì" rispondo.
Poi scappo in casa col cuore che mi salta fuori dalle costole.
La mattina dopo ci inventiamo una scusa per dar buca agli altri due (poi ci confideranno che, avendo capito tutto, non se l'erano minimamente presa, anzi!) e nel pomeriggio siamo in macchina, finalmente soli.
"Dove andiamo?" gli chiedo (il tempo è piovoso...).
"A cercare il sole!" mi risponde il mio...ragazzo? Boh!!!
Giriamo per ore con scarsi risultati: non riusciamo a trovare quel tantino di bel tempo che ci permetta il lusso di una passeggiata mano nella mano.
Però è meraviglioso essere insieme, viaggiare e ascoltare un po' di musica...metal naturalmente! (Lui è talmente metal da essersi immediatamente attirato le antipatie di mio padre per via delle due innocue e stiloserrime catenelle che gli penzolano dalla spalla del Chiodo!).
Maciniamo un sacco di chilometri cullati dai suoi musicisti preferiti, chiacchieriamo e...sosteniamo una sorta di assurdo duello silenzioso: lui cerca di baciarmi ad ogni semaforo rosso, io cerco di svicolare garbatamente utilizzando la tecnica "collo di pollo" e lasciandolo sempre più confuso circa la natura dei miei sentimenti.
Se, a questo punto, ti dovesse passare per la testa che io possa essere una brutta persona, una di quelle che fanno le preziose solo per il gusto di segnare il punto, bene: ti sbagli di grosso!
Ma scherziamo?!
Ho aspettato per anni che arrivasse, l'ho riconosciuto senza nemmeno averlo visto in faccia (il che è stato un bene, dal momento che quel suo aspetto così TANTO metallaro magari avrebbe potuto intimidirmi), ho sempre preteso (e ottenuto!) un trattamento di favore ad "obbligo o verità" onde non sprecare quel bacio che conservavo per lui...per poi baciarlo incalzata da uno stupido semaforo rosso?! Così, in macchina, quasi per caso?!! Tanto per?!!!
Avevo aspettato diciannove anni, potevo permettermi ancora qualche ora, no???
E infatti!
Verso sera, fortunatamente, troviamo un raggio di sole, basso sul lago, quasi orizzontale. Il cielo è ancora grigio, ma per ora non piove.
Parcheggiamo la macchina e passeggiamo fino al piccolo faro.
Siamo quasi soli, la pioggia e l'ora tarda del pomeriggio hanno scoraggiato i più.
Ecco: è finalmente arrivato il momento giusto...
Da quel giorno abbiamo continuato a vederci, ad uscire da soli e in compagnia, a intrecciare le nostre vite senza che nessuno dei due abbia mai apertamente dichiarato il nostro essere "insieme".
Poi, quattro anni dopo, ci siamo sposati e sono passati quasi ventinove anni da quel 21 di maggio, limpido e un po' ventoso: il primo giorno di sole dopo una settimana di piogge torrenziali!
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