Come un salmone



Oggi è una pacchia! 
Si va via lisci che è un piacere. Bello il periodo delle ferie per girare in macchina, però fa un caldo boia!
Questa mattina sono partito prestissimo, credevo che avrei trovato il solito casino prima di Milano invece tutto tranquillo. Sono arrivato alle 7! Per fortuna qui iniziano presto. Mi piace lavorare con questa azienda, oggi anche di più, sono stato chiuso in ufficio per tre giorni di fila. Roba da matti! Non è mica essere un consulente questo. Ma i miei nuovi padroni la pensano diversamente, credono di essere statali loro! Cartellini, scrivanie, chiacchiere, pettegolezzi e grigliate aziendali. Tutto burocrazia e lentezza, esasperata lentezza.
Le riunioni, per esempio: tutti i mesi dobbiamo fare il punto dei progetti per mezza giornata! Un sacco di tempo buttato, si potrebbe risolvere molto prima volendo, ma qui amano cazzeggiare...
Se poi devi parlare veramente con qualche collega di cose molto importanti è un parto! Bisogna: prenotare la sala della capienza giusta (la uno, la due o la treeee?), mandare gli inviti (tipo quelli delle festicciole delle elementari!), scrivere l'impegno sull'agenda condivisa...e che ca...! 
Ma la necessità aguzza l'ingegno e alla fine dopo un mese appena che ero entrato in questa gabbia di matti, mi sono risolto a indire le mie piccole e RAPIDE riunioni in sala mensa. La mensa è INPRENOTABILE e ci vado al volo con chi deve fare il punto assieme a me, senza tante cerimonie e con tempo ed energie risparmiati. Hanno pure avuto il coraggio di chiedermi il perché, loro, i miei capi. Perché, mi hanno detto, lì è scomodo, non ci sono le attrezzature giuste, l'ambiente adatto...Ma io non ho mollato e pochi giorni dopo, misteriosamente, la mensa è stata allestita con quanto occorre per "fare bene le riunioni" (secondo loro, visto che per me servirebbe solo il buon senso!)
Tanto per essere un po' spiritoso e provocatorio ho preparato uno scherzone. Lince mi aveva suggerito di fare un "esperimento sociale" e inventare un modulo di richiesta di assistenza interna. In pratica se hai bisogno di una mano da un collega, compili questo modulo in tutte le sue parti e lo metti nell'archivio elettronico. Bene, detto fatto. Ho creato il modulo al mattino, l'ho messo in rete e ho aspettato. Prima di mezzogiorno lo avevano già usato in sei! Un paio lo hanno fatto anche per avere un mio parere su una questione un po' complicata che non riuscivano a risolvere. Io sono cascato dal pero e ho chiesto cosa fosse quella roba e da dove fosse spuntata, e loro, candidi come gigli, mi hanno fatto notare che se era in rete, evidentemente la direzione riteneva che fosse necessario; quindi dovevano usare il nuovo modulo per richiedere il mio aiuto. Io pensavo di farmi una risata vedendo la reazione a un'assurdità del genere e loro invece non hanno detto neanche a! Non sapevo se ridere o piangere.
Ma oggi sono fuori dal "tunnel del divertimento"! Oggi sono da un cliente, uno simpatico pure, di quelli un po' ostici all'inizio che poi però ti danno un mucchio di soddisfazioni; i miei preferiti!

Io amo il mio lavoro, quando posso farlo sono veramente felice. Il problema è che me lo lasciano fare troppo poco! Non che viva per lavorare, intendiamoci. Il tempo libero è sacrosanto, non si tocca! Ma per le otto ore che si devono dedicare al lavoro (se necessario anche di più, occasionalmente), bisogna fare sul serio. Mica si può cincischiare; a parte il fatto che dal niente le soddisfazioni non ti arrivano di certo, c'è poi un problema diciamo...etico. Se non ti dai da fare e dormi sugli allori, stai rubando lo stipendio. E io non sono un ladro.
Oggi va tutto bene! Si discute, si risolvono problemi, si supporta (e si sopporta) il cliente e la sua ganga di impiegati che a volte si incaponiscono su cose di poco conto. Tutto molto bello, proficuo e soddisfacente. E poi BUM!
Problemi col server. Ma che diamine ha questo coso?
Dopo qualche rapido controllo scopro l'arcano. Non viene riavviato da MESI ed è strapieno. E' come cercare di cucinare una buona frittura con un olio utilizzato decine di volte. Che diamine, ogni tanto un bel riavvio bisogna farlo!
Così chiamo il quartier generale: nello specifico parlo col mio servizio. 
Chiedo se possono riavviare il tutto, che ne ha proprio bisogno.
No, non possono...il compito del riavvio è dell'ufficio sistemistico.
Chiamo i sistemisti.
Ma loro non possono assolutamente soddisfare la mia richiesta urgente; infatti questa "difficile complessa estenuante" operazione tecnica, richiede la supervisione dell'ufficio gemello degli sviluppatori.
Bisogna fare richiesta, organizzare l'intervento da remoto in plenaria compresenza, avvisare preventivamente il cliente orchestrando tutti gli attori coinvolti, dare comunicazioni varie ai vari reparti e chi più ne ha più ne metta!
PER RIAVVIARE UN SERVER! Manco fosse la regia di un colossal!
Basterebbe staccare e riattaccare la spina. 
Ho già la presa in mano con la tacita approvazione dei padroni dell'azienda. Lo faccio?
La tentazione è forte, ma se poi si dovesse perdere anche solo un piccolissimo dato, magari pure facilmente recuperabile, chi li sente i bacchettoni della sede? Non ho proprio voglia di tirarmi la zappa sui piedi. La settimana è quasi finita, il sole spende, il cliente è felice del mio lavoro e della mia presenza che, a detta dei suoi superstiziosi impiegati, risolve tutti i problemi "con la sola imposizione delle mani". Il server non è fuori uso, tossisce solo un po', forse possiamo aspettare qualche giorno che ritorni in piena forma senza creare danni a nessuno. Però che diamine! In un minuto poteva essere già tutto al cento per cento...che ci voleva?

Giornata finita! Si fa per dire...sono le 13.30! Ma la sede ha regole così: se il cliente dista più di un tot dai nostri uffici, si lavora solo sei ore, il resto è viaggio. Essendo arrivato alle sette, il mio tempo è finito e me ne posso tornare a casa. 
Come dicevo, splende il sole e il cielo è blu, sono felice e soddisfatto del mio lavoro (non sono stato costretto a "rubare" lo stipendio oggi) e tra un'ora e mezza sarò in spiaggia con Lince. Poi, questa sera, ceneremo fuori con dei vecchi amici in un ristorante molto carino.
Per fortuna che ci sono anche giornate così, perché è dura nuotare sempre contro corrente.

Commenti

  1. Ciao a tutti! Oggi è mio marito Whisky ad essere protagonista.
    Sono una grande appassionata delle sue storie lavorative. In questi ventotto anni di matrimonio ne ho sentite di tutti i colori! Quando rientra, la sera, racconta... e nella mia mente nascono immagini e suggestioni fatte di luoghi e personaggi che vivono in un universo a me sconosciuto. E' come tornare bambini! Per questo ho deciso di condividere con voi qualche goccia del mio Whisky preferito! 😊

    RispondiElimina
  2. Cara Lince,
    le disavventure legate allo scarso, a volte sconosciuto, buon senso sono purtroppo una costante nell’ambito lavorativo. In qualsiasi campo. Non è, però, di consolazione il detto “Mal comune mezzo gaudio”, semmai è forse più irritante riscontrare che il mal costume dilaga senza che argini efficaci riescano a bloccarlo.
    Riuscirà mai questa società in rapido declino a ribellarsi al “non senso “?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao cara Lov!
      La situazione di molti sul lavoro è tragicomica. Ma infondo basta cercare il bello quando c'è e non smettere di lottare per migliorare le cose. Il lavoro è una parte importante della vita, ma le cose veramente fondamentali per fortuna sono altre e sono nelle nostre mani.
      E chi lo sa? Forse le nuove generazioni, i lavoratori di domani, capiranno che il mondo può diventare un posto più bello in cui vivere se si riempiono di senso anche le ore lavorative. Speriamo!
      Ti mando un bacio grossissimo e...dai, che siamo in ferie!!! 😘

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Le vacanze di Natale più lunghe di sempre

Tra mele e montagne

Quasi una fiaba