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La mia Barcellona

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Roma uguale Colosseo. Parigi uguale Tour Eiffel. Al di là degli stereotipi e delle semplicistiche banalizzazioni, poi ci vai, a Roma e a Parigi. E allora la "Città Eterna" ti esplode attorno, fiorisce da quel piccolo seme di luogo comune e tu ti domandi: come faceva a starci tutta questa roba dentro al Colosseo? Così nella tua mente la associ alle mille esperienze e suggestioni che ti sono piovute inaspettatamente addosso in quella gita di fine liceo. Il lungo viaggio in treno verso la capitale, divisi negli scompartimenti a cantare e ridere; l'albergo indecente davanti alla Stazione Termini coi Carabinieri che la sera facevano i controlli bussando alle porte delle stanze; un vecchio grande amore che ritorna dal passato per rubarti il cuore che però, ormai, appartiene ad un altro...e le fontane di Piazza di Spagna dove riposare, le chiese fresche nella calura del pomeriggio, Papa Wojtyla alla finestra, minuscolo puntino bianco nel rosso del drappo ricamato, il "Mauri...

Razzismo animale

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Per molto molto tempo ci siamo comportati con gli altri esemplari del mondo animale come se fossero risorse da sfruttare e non esseri da custodire. Poi la sensibilità globale ha cambiato direzione e si è diffuso un sentimento di custodia e preservazione nei confronti dei nostri piccoli e grandi compagni di viaggio. Tutto questo è meraviglioso e dimostra il progresso morale che l'Uomo sta lentamente conquistando grazie ad una sempre maggior consapevolezza del suo essere parte di una complessità vivente che lo trascende, all'interno della quale si deve inserire come tassello cruciale per la cura del pianeta, in termini sia altruistici che finalizzati alla propria sopravvivenza come specie: preservare e rispettare la biodiversità costituisce un bene per l'ambiente, ma è anche la precondizione della nostra stessa esistenza come genere umano. Nella porzione di mondo dove noi abitiamo, gli animali si sono gradualmente conquistati un posto importante non solo come aiutanti prezios...

Un tranquillo venerdì di paura

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Venerdì pomeriggio.  Settimana quasi finita; sto sistemando con una certa sotterranea allegria la camera di Attila. Il pargolo è passato di qui per qualche ulteriore giorno di vacanza prima della grande riapertura invernale e, come sempre, dove passa Attila...urge una bella riordinata e una pulizia profonda della stanzetta, in vista di una eventuale prossima visita del tutto randomica, e spesso nemmeno troppo preannunciata, di uno dei nostri due figli a caso.  Gallinella è con me, mi tiene compagnia mentre spolvero le mensole sopra il letto (sia io che le mensole). Fuori splende un bel sole dorato, Radio Freccia trasmette a discreto volume musica bella power, che per fare i mestieri di casa è una manna e la lavatrice con le lenzuola dentro, canticchia trasognata la sua melodia monotona, ciclica si potrebbe dire. All'improvviso vengo strappata dalla mia noiosa e rassicurante serie tv sulla vita di una casalinga nemmeno tanto disperata e mi ritrovo mio malgrado in un thriller-ho...

Volere volare

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A me piace volare. Sono un uccello, quindi... Quindi un corno! Volare non è mica una cosa così facile! Io ci ho messo un sacco per imparare.  Però non è colpa solo mia, sono stata SABOTATA! Quando ero piccola piccola mi hanno tagliato la puntina delle penne, quelle delle ali, che servono per volare: le REMIGANTI, si chiamano così. Io non lo so cosa avesse in mente il mio papà, ero troppo piccola. Forse voleva evitare che mi facessi male svolazzando qua e là, forse aveva paura che sarei volata via e mi sarei persa, non lo so. Ma mi ha tagliato la puntina dell'aluccia destra, solo di quella. Brutta brutta scelta...perché ad un certo punto sono venuti a prendermi Nilo e Lilli che mi hanno portato a casa con loro. Io ero già grandicella ormai e in teoria potevo e VOLEVO volare, ma...con l'ala ridotta così non ci riuscivo tanto bene e i miei nuovi amici non avevano nessuna esperienza di alucce spuntate. La mia coinquilina volante le ali lei le sapeva usare benone e sarebbe piaciuto ...

Bimbi e morti

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Quando ero piccola non si festeggiava Halloween. In realtà la festività di Ognissanti era comunemente denominata "I Morti" e di tutti i momenti istituzionali di festa che costellano i giorni dell'anno, era certamente quella meno amata dai bambini. Si compravano i fiori, si andava al cimitero a far visita a parenti spesso mai conosciuti: personaggi di un passato famigliare quasi mitologico dei quali si rimembravano i nomi e, quando proprio andava di lusso, le memorabili gesta. Nelle immediate vicinanze del primo di novembre, se il meteo era mite e soleggiato, i genitori, i nonni e gli adulti ammodo, si recavano a far ordine sulle tombe in vista dell'annuale visita ai defunti, sottraendo tempo e possibilità di svago ai piccoli, che proprio se la vivevano male questa ricorrenza!  NOIA NOIA NOIA!!! In America sì che sapevano vivere! Mica fiori, cimiteri e lumini!  Ma qui nella vecchia Italia, nella vecchissima Europa, "I Morti" era il periodo più odiato dai bamb...

Autunno che avanza

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E' dolce il profumo d'autunno che avanza tiepido d'ogni fragranza pregno fumo di legno umido muschio foglie bagnate  - sui prati - vestigia di ciò che fu estate. Mistero denso d'un tempo passato ricordo dimenticato che rivive tra le faville dei ciocchi e negli occhi golosi di tepore: "Caldarroste...! Un sacchetto ancora, per favore!" Nell'aurora il rimpianto  di qualcosa sconosciuto d'un tempo mai vissuto mai vissuto... Vetri stellati nella buia casa il camino acceso e grigi i prati sotto il roseo cielo intessuto di nebbia di tempo  di gelo.

La maestra migliore del mondo

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Oggi ti racconto di quando frequentavo le scuole elementari. In particolare quelle del paesino dove mi sono trasferita dopo aver vissuto per qualche tempo nella città in cui avevo iniziato la mia avventura scolastica. Della mia prima elementare ho pochi e confusi ricordi. Non ricordo neppure il viso della mia insegnante. Odiavo la scuola, odiavo i compiti, odiavo il fatto di non avere amici, nessuno che volesse giocare con me, nessuno a cui interessassi. C'era solo una bambina che ogni tanto chiacchierava con me e che è stata la cosa più simile ad una vera compagna di classe che io abbia avuto in città. Davanti al cortile dove si faceva l'intervallo c'era una strada; al di là della strada c'era un muro molto alto e oltre quel muro c'era la prigione. Io guardavo spesso verso il carcere, non avevo nulla di meglio da fare, e pensavo ai detenuti: mi sentivo molto vicina a loro, perché ero sola, senza libertà e senza amici. Poi ci siamo trasferiti ed è cambiato tutto! La...